A Salvatore Accardo il Premio Chiara alla carriera
È andato al violinista Salvatore Accardo il “Premio Chiara alla Carriera 2024”, istituito dagli Amici di Piero Chiara nel 1997. È la prima volta in ventisei edizioni che il riconoscimento, nel cui albo d’oro compaiono personalità del mondo della letteratura, del cinema e della cultura del calibro di Giuseppe Pontiggia, Dacia Maraini, Dante Isella, Pietro Citati, Andrea Camilleri, Pupi Avati, Corrado Augias e il cardinale Gianfranco Ravasi, premiato lo scorso anno, viene assegnato a un musicista. La cerimonia di consegna, condotta da Claudia Donadoni, si è tenuta nel tardo pomeriggio di domenica 9 giugno in un incontro pubblico al Teatro Sociale di Luino alla presenza delle due anime del Premio Chiara, Bambi Lazzati e Romano Oldrini, del sindaco di Luino Enrico Bianchi e del vicesindaco Antonella Sonnessa. Nel corso della cerimonia l’ottantaduenne violinista napoletano ha dialogato con Nicola Sani, direttore Artistico dell’Accademia Musicale Chigiana.
Accardo ha raccontato alcuni aneddoti legati alla Chigiana, dove arrivò quattordicenne da studente, nel 1955, per poi tornare come docente, ha parlato del suo impegno in favore della musica dei nostri tempi («per un musicista è fondamentale conoscerla») e ha ricordato l’emozione provata davanti al suo primo violino, regalatogli dal padre, violinista dilettante, quando aveva tre anni: «Insieme a mio cugino, che aveva un atelier di falegnameria, mi divertivo a costruire dei violini-giocattolo, le cui corde erano fatte con degli elastici, che suonavo pizzicando. Che emozione quella mattina, quando, al risveglio, trovai sul mio letto un astuccio nero, che conteneva un piccolo violino! Incominciai subito a suonarlo: non avevo mai preso lezioni, ma avevo capito dove mettere le mani per ottenere i giusti suoni. La prima cosa che ho suonato quel giorno, lo ricordo ancora oggi, è stata “Lili Marlene” e poi le canzoni napoletane».
Queste le motivazioni del Premio: «Per l’inestimabile contributo alla diffusione del grande patrimonio musicale, per l’impareggiabile estro creativo, per essere uno dei maggiori esponenti della Scuola violinistica italiana del Novecento, per la straordinaria capacità comunicativa del “bello” della grande musica classica e per essere ambasciatore nel mondo dell’eccellenza culturale italiana».
Luca Segalla
Fotografie di Nick Zonna